All’inizio di luglio (2017), il mio computer nuovo ha smesso di funzionare. L’avevo comprato a marzo, e stava semplicemente aggiornando Windows, ma improvvisamente ho notato che lo schermo era nero.
E le lucette della batteria erano spente.
Ho provato a riaccenderlo, ma niente da fare. Era morto.
La cosa più irritante era che il mio computer precedente si era rotto a gennaio.
In preda ad un attacco di nervi, ho chiamato un’amica per chiedere preghiera (e lamentarmi). Non solo mi è stata a sentire, mi ha anche prestato il suo computer di scorta. Poi, per tutto il mese, oltre al mio lavoro, ho gestito una serie di situazioni impegnative: sistemare la casa per la mia partenza, curare la casa di mia figlia mentre lei era in vacanza (dai 4 ai 6 ore al giorno tra viaggio e il resto, tutti giorni), cercare un commercialista nuovo (processo che si è conclusa diversi mesi più tardi), e vari altri problemi che sono riuscita a risolvere prima della partenza.
Non sono stata ferma per un momento.
La sera prima della mia partenza, la batteria dell mio cellulare si era scaricata e il telefono si era spento mentre parlavo con un’amica. La mattina della partenza (con i mezzi pubblici da casa alla Malpensa, prestissimo al mattino) non riuscivo ad accendere il telefono.
Non era completamente carica; pensavo di aver abbastanza batteria per mandare due messaggi! Invece niente. Ho provato 5 or 6 volte (stranamente, avevo messo in borsa la tesserina della SIM con il PUK) a resettare il PIN (che la SIM non accettava). Ho anche chiamato l’assistenza del mio gestore, e mi è stato detto che sicuramente la SIM era guasta.
Immaginate cosa ho provato quando mi sono resa conto che dovevo partire per un viaggio intercontinentale senza cellulare!
Abbiamo corso fino al gate e siamo partiti. Nel bagaglio a mano, avevo del lavoro da fare e il computer della mia amica, quindi dopo pranzo, mi sono preparato per lavorare.
Ma il computer non si è acceso. Doveva essere carica, ma non dava segni di vita.
Amareggiata, l’ho risistemato dentro lo zaino cercando di non abbandonarmi al panico. Dopotutto, potevo riscaricare il lavoro in questione dalla mia posta elettronica è completarlo il giorno dopo il mio arrivo a destinazione. Non avevo perso niente, ma che frustrazione!
Perché?
Lo confesso, a questo punto, me lo sono chiesto.
Il primo giorno di permanenza a casa dei miei genitori, dopo la colazione, ho preso una bella tazza di caffè americano e mi sono insediata alla scrivania di mia mamma a monopolizzare il suo computer per finire il mio lavoro. Infatti, quello è stato il mio modus operandi per quasi una settimana. Le mie ferie sarebbero iniziato ad agosto inoltrato, e avevo parecchie cose da fare.
Improvvisamente, l’internet faceva capricci. Non si poteva scaricare più nulla. E ho scoperto che la connessione “illimitata” di cui tutti si vantavano non era affatto senza limiti. Eravamo in modalità emergenza. A ripensarci, mi sento benedetta che non l’hanno bloccata del tutto!
E soltanto a questo punto – dopo tutti questi intoppi – dopo più di un mese di tempo – che ho pensato che forse non era tutto per caso. Insomma, era troppo strano. Forse Dio lo stava permettendo per un motivo.
Finalmente, mi sono messa in ascolto.